Biglietti per la data zero di Pesaro disponibili online da lunedì 29 novembre alle ore 11:00 e in tutte le rivendite autorizzate da sabato 4 dicembre alle ore 11:00
Mese: Novembre 2021
Il sito AHWiki è una installazione di Wikimedia (identica a Wikipedia, per intenderci) dedicata al grande chitarrista Allan Holdsworth, scomparso nel 2017.
Il sito web del Prof. Dr. Vito Domenico Liuzzi è un pozzo infinito di informazioni e materiale didattico per contrabbassisti:
È possibile scaricare sue composizioni per contrabbasso e orchestra, per contrabbasso e pianoforte, manoscritti di G. Bottesini (1821/1889) e consultare una quantità incommensurabile di informazioni riguardanti il basso elettrico.
Qui potete trovare anche la sua pagina Facebook:
https://www.facebook.com/vdliuzzi
Buono studio!
A Parma è stato trovato uno strumento di incredibile valore, un Nicolò Amati del 1675, rubato tanti anni fa in Giappone!
Scoperto dall’antidroga nel corso di una operazione verso un pregiudicato, c’è voluto quasi un anno per riuscire a risalire al proprietario, grazie anche alla perizia di un noto liutaio di Cremona, Simeone Morassi.
La targa al suo interno recita “Nicolaus Amatus Cremonen Hieronymi Fil., ac Antonij Nepos Fecit, 1675”.
Il valore di mercato è stimato superiore al milione di euro.
Giuro che sono rimasto di stucco: mentre scrivevo questo post ho appreso della scomparsa, due ore fa, di Jeff Fenholt, 69 anni, grandissimo interprete di Jesus Christ Superstar (nella figura di Gesù), fervente religioso ed in una apparente controversia anche cantante dei Black Sabbath per qualche mese.
In questo video si mettono a confronto tantissime voci (da quella oggettivamente ridicola di Sebastian Bach degli Skid Row, che ha cantato sicuramente tanti brani meravigliosi ma questa se la poteva risparmiare, a quella che non apprezzo in questo brano ma pur sempre eccezionale di Ian Gillan dei Deep Purple).
Stavo proprio per scrivere che Fenholt è stato l’unico che a parer mio si poteva avvicinare alla voce (inarrivabile fino alla fine della sua carriera artistica) di Ted Neeley in Gethsemane quando, googlando, ho letto della sua morte.
E niente, il post finisce qui, facciamo parlare la musica e cantare queste voci incredibili.
R.I.P. Jeff Fenholt (1950 – 2019)
Qui di seguito l’intervista al batterista di fama internazionale Matteo Pantaleoni, titolare della scuola di musica Zero Crossing! L’intervista è volutamente proposta in formato colloquiale, quindi violando volutamente ogni regola di netiquette (ed anche qualcuna di sintassi) per mantenere il mood che caratterizza tutta l’espressività di Matteo, sia nel suo modo di suonare che nel modo di esprimersi quotidiano! Buona lettura!
Ciao Matteo, grazie per la tua disponibilità!
Ma grazie a voi!
Partiamo da Mondavio (PU), dove è iniziato tutto? Come nasce Matteo Pantaleoni musicista?
Nasce dalle foto e dai racconti di un babbo ex batterista… !
Ciao Paolo, grazie per questa intervista e per il tuo tempo
Iniziamo subito: cosa resterà degli anni ‘80?
Eh, bella domanda!
Innanzitutto resterà la musica: melodie stupende, grandissime produzioni, il jazz rock (banalmente fusion)… il tutto devastato dai primi orrendi suoni sintetizzati… scherzi a parte… l’appiattimento sonoro dei primi synth era ammorbidito da brani che ancora oggi sono stupendi in qualsiasi arragiamento: Christopher Cross, Spandau Ballet, Duran Duran (qualcuno mi ucciderà per aver fatto questi nomi….). Alcuni brani mi sono veramente rimasti dentro.
E poi resterà l’ultima generazione di musicisti che hanno studiato e reperito musica senza youtube e internet… chi è nato come me negli anni 80 sa benissimo cosa voglia dire tirare giù un brano ad orecchio, senza tutorial o “aiutini”. Questo fa la differenza secondo me. Come anche il fatto di prendere un treno la domenica mattina a 17 anni e andare fino a Padova per comprare 1 (UNO) disco (il negozio era IL VENTITRE` e il disco in questione era HAPPY TRAILS dei Quicksilver Messenger Service.
Parlaci un po’ della tua storia come musicista: come nasce il Paolo Sorci chitarrista? Una chitarra trovata in soffitta da bambino?
Una chitarra trovata a casa di un amico che suonava tutto, e soprattutto la voglia di tirare il clarinetto dalla finestra. Lo suonavo da 3 anni e non mi usciva veramente niente di buono da quello strumento. Mentre sulla chitarra avevo sin da subito un approccio molto più fisico. Mio fratello più grande aveva una chitarra classica che non suonava più e avevo iniziato da solo a fare i primi accordi. Poi la Samick del mio amichetto vicino di casa mi diede a scossa. Se devo ricordare un momento scatenante però, il più importante fu quando mio cugino, cultore di musica rock con migliaia di vinili in casa, mise sul piatto LED ZEPPELIN III originale (con la copertina che ruotava) e partì immigrant song… Da li capii che il mio vero messia era Jimmy Page,
Articolo pubblicato il 24 Novembre 2003 su Scuoladimusica.org
Doveroso l’omaggio ad uno dei più famosi standards latin jazz nella storia della musica: Manha de Carnaval, meglio conosciuto come “Orfeo negro” (o se preferite, come riportato sul Real Book, “A day in the life of a fool“), è qui riportato in una versione che comprende tema ed accompagnamento eseguiti in fingerstyle.
Il primo consiglio che mi sento di darvi riguarda l’ascolto di una registrazione. Ne esistono centinaia di versioni, dalla colonna sonora del film ad un numero enorme di incisioni di artisti famosi e non: cercate di memorizzare (non che ci voglia poi tanto) il tema, elemento portante di tutta la partitura. Proprio sul tema, infatti, si articolano le strutture armoniche che mai come in questo caso hanno funzione di supporto alla melodia. Noterete infatti come, ad eccezione di battuta 24 (e, se vogliamo, anche di battuta 20), l’accompagnamento non sia mai decorato con orpelli e fronzoli inutili.
Ho preso alcune libertà espressive, tuttavia, rispetto all’originale, sia per sottolineare la distinzione tra le prime 8 battute di ogni sezione e le seguenti (noterete ad esempio come le terzine della prima battuta siano state sostituite con sincopi), sia per ricostruire meglio una struttura ritmica che rischiava di dover fare troppo affidamento a basso ed armonia (perchè non sfruttare il tema quando poi è così bello?).
Secondo consiglio: studiate il tutto molto lentamente, avendo cura di pulire gli incastri ritmici e dare risalto alla linea melodica. Aumentate le tacche di metronomo con gradualità e senza salti, fino a raggiungere una velocità di circa 120 alla semiminima.
Attenzione al rallentando delle ultime due battute ed all’arpeggiato della penultima.
Per finire, due parole sulla diteggiatura e sulle posizioni. Sono state volutamente omesse per vari motivi:
1) nessuno di noi ha una mano uguale all’altra e la posizione che a me puo’ risultare difficile puo’ risultare semplicissima per un altro;
2) per lo studente è altamente più educativo trovare da solo le posizioni più comode: il professionista, d’altra parte, non avrà problemi a suonare questo brano a prima vista;
3) spesso, soprattutto ai primi anni di studio, si tende a leggere la diteggiatura piuttosto che le note: questo è sbagliatissimo. Prima si impara a leggere con scioltezza senza facilitazioni e meglio è. Come potete notare, in questa sezione non trovate intavolature, per i motivi sopracitati.
Detto questo, non mi rimane che augurarvi buono studio e ricordarvi che per qualsiasi dubbio esiste il forum del sito*, dove troverete sicuramente chi vi darà una mano, io in primis.
Ripropongo qui un vecchio post del 13 ottobre 2004 con un accompagnamento per chitarra jazz fingerstyle del famoso brano “All the things you are” scritto da Jerome Kern con testo di Oscar Hammerstein II.